Cosa “festeggiamo” oggi? Le donne? Quali? Le 12 uccise dall’inizio dell’anno?

Festeggiamo le donne denigrate da giornalismo e opinione pubblica che davanti all’ennesimo femminicidio parlano di “amore malato”, di “raptus della follia”; le donne del “se l’è cercata”, “lo tradiva”, “ma come era vestita”, “perché era ancora in giro”? Come se, in un mondo in cui l’uomo può essere predatore, sta alla donna non fungersi preda e quindi nascondersi, ammansirsi, non farsi notare, non dare fastidio e soprattutto non dire NO.

Festeggiamo le donne lavoratrici coi loro salari più bassi, quelle che hanno perso il lavoro con la pandemia, quelle che devono scegliere tra tra maternità e professione o quelle che  scelgono di non essere madri  e per questo porteranno la lettera scarlatta colpevoli di essere portatrici di utero?

Festeggiamo le donne il cui corpo è trattato una merce in scadenza, utile se in tempo per far germogliare la vita, difettata se inabile allo scopo e indegna se oppositiva al ruolo generatore?

Festeggiamo le donne zittite e rese invisibili?

I nostri auguri li rivolgiamo a chi, ogni giorno, davanti a tutto questo, accomoda il pensiero, non si scompone e non comprende che i diritti delle donne sono i diritti dell’umanità intera.

 

Vi aspettiamo sta sera, in diretta Facebook dalla nostra pagina. Non mancate!

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