INFO DRUGS
-Info Drugs è la pagina dedicata alle sostanze psicoattive, legali e non.
Ala Milano non promuove l’ utilizzo di droghe. Sappiamo però che molti dei ragazzi e delle ragazze che conosciamo in discoteca o a scuola hanno già fatto la scelta di utilizzarle.
Per questo motivo cercheremo di essere obiettivi, senza restare su delle posizioni ideologiche o essere giudicanti nei confronti delle scelte personali altrui.
Vorremmo fornire informazioni per stimolare una riflessione individuale, per aumentare il grado di consapevolezza delle proprie scelte relativamente alle sostanze stupefacenti ed ai temi ad esse correlati.
Noi di ALA Milano la pensiamo così
Cosa pensiamo delle droghe e del loro utilizzo?
In questa premessa vogliamo riassumere cosa Ala Milano pensa delle droghe e del loro utilizzo.
Non proponiamo una verità assoluta ma un’opinione, eventualmente discutibile.
Ci piacerebbe conoscere il tuo pensiero a riguardo, anche se diverso!
Se vuoi contattaci!
Partiamo da una definizione su cosa è una droga
Si definiscono psicoattive tutte quelle sostanze che agiscono sul cervello influenzando le funzioni psichiche provocando un’alterazione dello stato mentale.
L’effetto di questa alterazione viene per lo più vissuto come piacevole
Le schede informative di questa sezione dovrebbero aiutarti ad avere più informazioni sulle droghe maggiormente diffuse.Comunque, a scanso di equivoci, noi non promuoviamo l’utilizzo di droghe.
Ci piace pensare che prima ancora dei loro effetti, sia prima di tutto importante porre l’attenzione su due concetti: il piacere e la scelta.
Il piacere, il rischio e la dipendenza
Pensiamo che le droghe siano pericolose in quanto legate alla ricerca del piacere, dello “star bene”.
Se questa ricerca avviene attraverso l’utilizzo di sostanze psicoattive, si può andare incontro a situazioni di rischio non controllabili.
Parliamo di tossicità, di pericolosità di lesione, di alterazione inconsapevole dello stato mentale.
Il rischio della ricerca del piacere attraverso l’alterazione dello stato mentale si può tradurre anche in un rapporto abitudinario con le sostanze (dipendenza psicologica e/o fisica) che riduce il campo di scelta del singolo individuo.
Scelta di amicizie, di attività da svolgere nel tempo libero, di progetti per il futuro, eccetera.
Uno slogan molto attraente: voglio tutto subito qui ed ora!
Il piacere (e la felicità?) sembra essere diventato un bene di consumo.
Non è più necessario fare un percorso per il raggiungimento di un obiettivo, ma il denaro diventa la moneta di scambio per raggiungere ciò che può produrre piacere.
L’utilizzo delle droghe a noi sembra rientrare in questo meccanismo.
La scelta e l’influenzamento
Crediamo che dietro ogni scelta ci sia una dose di influenzamento da parte di tutto quello che ci circonda.
Non è una cosa negativa essere influenzabili.
E’ però pericoloso negare di esserlo e fare finta che essere stimati o semplicemente accettati dai nostri coetanei o amici non conti, che apparire come credibili o alla moda da chi ci sta attorno non conti, che le continue relazioni che abbiamo con gli altri non influiscano sulle nostre scelte di comportamento.
Crediamo che accettare il fatto di essere influenzabili, aiuta a capire con più facilità quando questi influenzamenti avvengono ed eventualmente soffermarci di più a pensare su quello che potremmo fare o decidere di non seguire alcuni consigli/pressioni che non condividiamo del tutto.
Infine, per essere concreti
Siamo convinti che è la sostanza che piace di più ad ogni singolo individuo quella potenzialmente più pericolosa per lui/lei, questo a prescindere da “potenza chimica” e da legalità o meno del suo utilizzo.
Le sostanze psicoattive con cui abbiamo più famigliarità spesso ci appaiono come le meno nocive, le “più leggere”, quelle “più gestibili”, quelle socialmente accettate da tutti.
Ma se vogliamo fermarci ad analizzare le droghe e il rapporto che abbiamo con esse, dobbiamo partire proprio da quelle che conosciamo/utilizziamo.
Come abbiamo scritto all’inizio, non abbiamo una verità assoluta da portare ma un’opinione.
Ci piacerebbe davvero conoscere il tuo pensiero a riguardo, se vuoi contattaci!
Anabolizzanti
Gli steroidi anabolizzanti sono derivati sintetici del testosterone, un ormone presente nel nostro organismo e responsabile dello sviluppo di alcune parti del nostro corpo durante l’età adolescenziale e adulta del maschio.
L’uso di anabolizzanti è diffuso per fini “sportivi”.
Si possono assumere per bocca o con un’iniezione.
Per raggiungere alti dosaggi e rapidi effetti gli anabolizzanti vengono assunti in combinazione e per cicli di 6-12 settimane.
Quando vengono assunti al di fuori di una cura medica (e con un dosaggio superiore a quello che un medico prescriverebbe) possono favorire le prestazioni dell’atleta.
Questa operazione comporta però effetti negativi certi sia a livello fisico che psichico.
Effetti ricercati
Gli steroidi portano all’aumento della massa muscolare e della forza.
Inoltre possono accrescere la capacità di sostenere sforzi intensi e di lunga durata.
L’efficacia degli steroidi è però strettamente connessa con una dieta sbilanciata verso l’assunzione di proteine e alla pratica di un intenso e regolare programma di allenamento.
Sebbene la grande maggioranza di atleti e medici sportivi ammetta che gli steroidi migliorano le prestazioni fisiche, non si può prevedere un risultato certo, ne tanto meno una dieta ed una pratica di allenamento dettagliata per favorirne gli effetti.
In ogni caso, quando l’effetto anabolizzante termina, il risultato svanisce.
Rischi e danni all’organismo
I rischi variano secondo il tipo di steroidi usati, il dosaggio, l’età di inizio e l’eventuale assunzione di altri farmaci.
L’assunzione di steroidi riduce la produzione testosterone che naturalmente avviene nell’organismo.
La riduzione o addirittura la soppressione del testosterone prodotto dall’organismo provoca notevoli effetti sugli organi riproduttivi.
Una grave complicazione è rappresentata dalla perdita delle proprietà meccaniche ed elastiche dei tendini con facilità di rottura.
E’ dimostrato un aumento del rischio di infarto, complicazioni cardiovascolari e alla prostata.
Nell’adolescente, ancora in fase di sviluppo, si può verificare l’arresto della crescita. Sono presenti anche disturbi psicologici: turbe psichiche, comportamenti aggressivi, cambiamenti dell’umore.
Gli steroidi diminuiscono le difese immunitarie del corpo.
Si hanno effetti evidenti sull’apparato riproduttivo maschile: la riduzione delle dimensioni dei testicoli, del numero e della motilità degli spermatozoi (in altre parole la fertilità degli uomini).
Nelle donne si ha un processo di “mascolinizzazione”; (diminuzione del seno, aumento della crescita dei peli, aumento dell’acne, calvizie, irregolarità mestruali, abbassamento della voce).
E’ probabile che gli steroidi possano causare una dipendenza fisica, anche se sono ancora pochi i casi con evidenti sintomi di astinenza.
Cocaina
E’ uno stimolante, “eccita” il cervello.
Si presenta come una polvere cristallina, bianca e inodore.
La qualità che si trova in commercio è generalmente “tagliata” con altre sostanze (es. zucchero, talco…); questo significa che non è cocaina allo stato puro, ma mischiata con altro per aumentarne il volume.
Può essere ingerita, sniffata, iniettata con una siringa o fumata sottoforma di pipette di crack.
Effetti ricercati
La cocaina fa parte della famiglia degli psicostimolanti, cioè di una tipologia di sostanze accomunate appunto dall’effetto di stimolazione che hanno sul cervello.
Gli effetti classici sono: potenziamento delle energie, vigilanza, lucidità, loquacità, diminuzione del senso di fatica, diminuzione del bisogno di mangiare e dormire, prontezza di riflessi, sopravvalutazione delle capacità personali, disinibizione.
Rischi e danni all’organismo
Oltre ai rischi propri della dipendenza, l’uso cronico di cocaina può comportare l’insorgenza di disturbi di tipo paranoideo (Psicosi tossica da cocaina e amfetamine). Sono presenti effetti diretti su altri organi, in particolare sull’apparato cardiocircolatorio, quali infarti ed ictus cerebrale.
Oltre a quelli appena citati tra gli effetti pericolosi sono da considerare l’alterazione del ritmo sonno/veglia con deprivazione prolungata del sonno, inibizione delle funzioni intestinali e anorresia.
Finito l’effetto subentra la fase down, ci si sente stanchi, senza energia, depressi. Da cui la compulsione a riprovare subito dopo.
Eroina
L’eroina che si acquista si presenta sotto forma di polvere fine oppure in piccoli granuli, di colore dal bianco al marrone chiaro, di odore leggermente pungente e dal sapore amaro, costituita in realtà da una miscela di sostanze la cui composizione è molto variabile.
L’eroina appartiene alla famiglia degli oppiacei (insieme alla morfina, codeina e altri) e si inietta, sniffa, fuma o inala.
Effetti ricercati
Dopo pochi secondi dalla sua assunzione si prova una forte sensazione di piacere spesso descritta come un intenso orgasmo sessuale, accompagnata da una sensazione di euforia e da vampate di calore.
Dopo questo effetto, che dura pochi minuti, subentra una seconda fase caratterizzata da calma, rilassatezza, soddisfazione, e distacco da quanto succede all’esterno.
Questo effetto si esaurisce entro 2-6 ore dall’iniezione.
L’eroina ha anche una potente azione analgesica sul cervello e smussa sia gli stimoli esterni che quelli interni sgradevoli: il dolore, le angosce, le paure.
Rischi e danni all’organismo
Ai primi sintomi di dipendenza (la cosiddetta “scimmia”), mentre “scendono” gli effetti piacevoli cominciano a “salire” quelli spiacevoli: agitazione, dolori diffusi, bisogno che a poco a poco diventa irrefrenabile di assumere un’altra dose.
In un tempo piuttosto rapido (bastano poche dosi) si sviluppa una forte dipendenza che si manifesta come desiderio prepotente di assumere nuovamente la droga e come spinta a procurarsela con ogni mezzo.
Si innescano meccanismi biologici per i quali bisogna ogni volta aumentare la dose per avere lo stesso effetto (assuefazione) e per evitare nuove crisi da astinenza.
Sniffare abitualmente eroina comporta danni alle mucose che, oltre a ridurre la funzionalità olfattiva, a lungo andare possono condurre a gravi problemi del setto nasale.
Fumare abitualmente eroina espone le prime vie respiratorie ed i polmoni al contatto con vapori caldissimi (oltre che con le sostanze contenute nel ‘taglio’) con conseguenti danni ai tessuti.
A lungo andare questi danni possono ripercuotersi negativamente sulla funzionalità polmonare.Ripetute iniezioni di eroina causano danni alla pelle e alle vene (ulcere, ascessi, collassi dei vasi sanguigni, etc…), e possono portare ad infezioni gravi (setticemie, tetano, endocarditi) se le condizioni igieniche non sono soddisfacenti.
In generale l’uso protratto di eroina, attraverso qualsiasi metodo di assunzione, può causare problemi ai denti (indebolimento delle gengive, piorrea, etc…), soprattutto in presenza di una non adeguata pulizia orale.
Nelle donne l’uso protratto di eroina provoca amenorrea, cioè la scomparsa temporanea delle mestruazioni.
Questo stato però non influenza l’ovulazione ed è bene ricordarsi che si può rimanere incinte anche in assenza di un ciclo regolare.
Hiv & Epatiti
Il rischio più grande associato alle iniezioni è relativo all’uso di materiale iniettivo non sterile (o peggio già utilizzato).
Questo può condurre alla trasmissione di patologie molto gravi, come l’Aids o alcune epatiti.
Al fine di evitare conseguenze così deleterie, per chi sia comunque determinato a consumare eroina, è necessario procurarsi materiali sterili (siringhe, fiale di acqua, contenitori, filtri, etc…) e usarli sempre e solo una volta sola.
Crisi da astinenza
La crisi da astinenza comincia a manifestarsi dopo poche ore dall’ultima assunzione e raggiunge il massimo di intensità entro 1 o 2 giorni.
L’intensità della crisi dipenderà dalla quantità e dal grado di purezza dell’eroina assunta.
I principali sintomi della crisi da astinenza comprendono agitazione, allucinazioni, insonnia, dolori diffusi, tremori, aumento della produzione di sudore, di saliva e di muco nasale, nausea, vomito, diarrea e crampi addominali e sono tanto più intensi quanto maggiore è stata la durata del consumo di eroina.
La crisi da astinenza scompare dopo l’assunzione di una nuova dose o, nel caso in cui l’astinenza prosegua, nel giro di 3-7 giorni.
Overdose
L’Overdose avviene quando si assume più eroina di quella che il corpo è in grado di metabolizzare (per esempio quando non si consuma da un po’ di tempo), quando l’eroina è ‘tagliata’ con sostanze che ne accentuano gli effetti depressivi sul Sistema Nervoso Centrale (gli alcolici, le benzodiazepine, i barbiturici, i tranquillanti), o quando si assumono quest’ultimo tipo di sostanze insieme con l’Eroina.
In tutti i casi il pericolo è quello di passare da una piacevole sensazione di rilassatezza, al coma e alla morte per arresto respiratorio senza accorgersene.
GHB
Il GHB (gamma-idrossi butirrato sodico) è un farmaco noto da decenni per il suo iniziale utilizzo come anestetico.
Inoltre, è commercializzato nel nostro paese come farmaco per il trattamento dell’alcolismo.
In gergo viene chiamato anche liquid X, ecstasy liquida o easy lady.
Si trova sul mercato clandestino sotto forma di polvere, capsule o, più frequentemente, come liquido incolore dal gusto descritto come salato (con diversa intensità).
Effetti ricercati
Una volta assunta, questa sostanza produce una sorta di stordimento, una ebbrezza che viene descritta come simile a quella alcolica.
Gli effetti durano da una a tre ore.
Alcuni consumatori ne enfatizzano le proprietà afrodisiache, ma attenzione il GHB non possiede caratteristiche simili: essendo un ansiolitico fa sentire più disinibiti ma non dimentichiamo che è principalmente un sedativo.
In termini di prestazioni sessuali, ai maschi può fare dei “brutti scherzi” ma, anche alle femmine stimola più una bella dormita che l’azione!
Rischi e danni all’organismo
Gli effetti collaterali consistono in nausea, vomito, irrigidimento muscolare, disorientamento spazio-temporale, collasso.
Il GHB può dare astinenza.
Dopo un uso intenso e prolungato la sospensione improvvisa può provocare psicosi e un forte stato di agitazione psicomotoria.
Sono state descritti: ansia, tremore, tachicardia, sudorazione, allucinazioni.
Si tratta di una astinenza grave, molto simile a quella alcolica.
Dato il suo effetto fondamentalmente anestetico, l’overdose da GHB può portare ad uno stato di coma ed a morte per depressione respiratoria.
LSD
Rientrano nella famiglia degli allucinogeni molti tipi di droghe diverse tra loro.
Le più note sono l’LSD, la mescalina, il PCP (fenciclidina) e l’MDA (detta pillola dell’amore).
L’LSD è una sostanza allucinogena di sintesi basata sull’acido lisergico, che si trova nell’ergot, un fungo parassita della segale.
Le protuberanze che si formano in seguito alla crescita di questo particolare fungo hanno portato a definire le piante di segale che da esso vengono colpite segale cornuta.
Anche per gli allucinogeni spesso vengono aggiunte altre sostanze per potenziarne alcuni effetti.
Per esempio l’LSD è un’unica sostanza, ma compare sul mercato con diversi tagli (amfetamine, ecstasy, stricnina).
I tagli influenzano fortemente gli effetti, in particolare, gli effetti al termine dell’azione della sostanza.
L’ LSD viene commercializzata sotto forma di pillole (dette anche “micropunte” o “piramidi”), gocce o francobolli (detti “cartoni”) e zollette di zucchero imbevute.
La composizione del prodotto è varia, così come i dosaggi.
Esistono poi i funghi allucinogeni, che appartengono a due specie principali che crescono nei boschi:
Psilocibe: anche noti come funghetti magici, magic mushrooms, liberty caps… (esistono specie di funghi molto simili a questi che sono però velenosi).
Questi possono essere masticati o si assumono in infusi e bevuti.
Amanita: in particolare, Amanita Muscaria e Amanita panterina (molto pericolosa perchè provoca spesso avvelenamenti e intossicazioni anche mortali)
Effetti ricercati
L’effetto allucinogeno è molto personale, imprevedibile e caotico e varia a seconda della dose, dell’ambiente, del modo di assunzione e della personalità di chi ne fa uso.
L’allucinazione è una modifica delle percezioni sensoriali: colora i suoni, fa vedere gli odori e sentire i colori.
Si vivono come reali situazioni inesistenti, come l’animazione di oggetti e comparsa di persone.
Per l’LSD un “viaggio” (buono o cattivo che sia) dura da 2 a 10 ore, ma si può arrivare a 16.
L’esperienza può essere rivissuta anche alcuni giorni (o settimane) dopo l’assunzione: si tratta dei così detti flashback.
Rischi e danni all’organismo
Le conseguenze fisiche sono: tachicardia, ipertensione, vampate di calore, salivazione, lacrimazione, a volte vomito e, per alte dosi, convulsioni e coma.
Assumendo allucinogeni si rischia un “brutto viaggio” (o bad trip) con stati d’ansia, d’angoscia, paura, ecc… .
Possono emergere, in maniera molto viva, pensieri e memorie che la persona aveva messo “da parte”.
La tensione e l’ansia possono aumentare rapidamente sino a raggiungere il panico.
Personalità fragili e vulnerabili possono rimanere gravemente squilibrate per moltissimo tempo, fino ad arrivare a danneggiare permanentemente l’equilibrio psichico.
L’uso prolungato può provocare psicosi.
Gli allucinogeni non producono assuefazione (a seguito di un consumo ripetuto, la necessità di aumentare i dosaggi per raggiungere gli stessi effetti), ma generano tolleranza: la stessa sostanza, assunta a distanza di pochi giorni, non fa più effetto. Un’eccezione è la “PCP” è in grado di sviluppare assuefazione e di produrre una dipendenza accompagnata da una chiara sindrome da astinenza.
Psicofarmaci
Gli Psicofarmaci sono farmaci che agiscono sul Sistema Nervoso Centrale (Cervello e Midollo spinale).
Tra le classificazioni possibili, a scopo semplificativo, possiamo individuare quattro gruppi principali:
- ansiolitici (tranquillanti),
- ipnotici (sonniferi),
- antidepressivi
- neurolettici (potenti sedativi).
Come molte altre sostanze psicoattive è molto facile il verificarsi del fenomeno della dipendenza, sia per un utilizzo troppo prolungato del farmaco sia per gli alti dosaggi.
Effetti ricercati
Ogni tipo di psicofarmaco agisce in modo differente sul nostro cervello.
Su indicazione medica possono agire sui sintomi di alcune malattie psichiche quali depressione, ansia, psicosi ecc…
Rischi e danni all’organismo
Il problema principale riguarda l’uso non farmacologico o senza controllo medico.
In tal caso si può incorre in sintomi di intossicazione quali:
- sedazione eccessiva, sonnolenza grave;
- rallentamento psico-motorio;
- confusione mentale.
Alcol (bevande e liquori)
L’alcol è una sostanza vicina alla nostra cultura fin da tempi remoti.
E’ legale ed ha una lunga tradizione nella nostra tavola.
Ma questa “vicinanza” può anche risultare pericolosa: il fatto di essere socialmente accettata, di essere facilmente accessibile, può far sottovalutare le implicazioni che ha sul nostro organismo se si eccede nel suo utilizzo.
Le bevande alcoliche derivano generalmente da fermentazione o distillazione di prodotti vegetali (uva, luppolo, malto, ecc.).
Il contenuto di alcool etilico (il principio attivo) è indicato in gradi (dal 9 a 14% per il vino, dal 3 al 9% per la birra, dal 20 al 30% per i liquori, dal 40 al 50% e oltre per whisky e grappe).
Effetti ricercati
Un uso moderato di bevande alcoliche può non comportare problemi.
Bevendo si riducono le tensioni e le inibizioni, ci si sente più espansivi, loquaci e socievoli.
In genere si ricercano i suoi effetti socializzanti: ci si sente più disinibiti nelle relazioni, ed è più facile rompere il ghiaccio.
Dà sensazioni di benessere e calore.
Rischi e danni all’organismo
Abusando di alcol si va incontro ad una dipendenza (fisica e psichica), e si danneggia seriamente il nostro corpo.
L’alcol infatti interferisce con molte funzioni del nostro organismo.
Provoca danni al:
- sistema nervoso (cervello e nervi),
- sistema digerente (bocca, esofago, stomaco, fegato, pancreas, intestino),
- sistema cardiocircolatorio (cuore, arterie e vene),
- sitema respiratorio (polmoni),
- apparato genitale.
Oltre a ciò provoca danni anche alle relazione sociali: con l’alcool si diviene più aggressivi e violenti, mettendo a dura prova i rapporti con gli amici e i familiari.
Anfetamine
Sono dei forti stimolatori del cervello ed in particolare agiscono sull’adrenalina, un ormone presente nel nostro corpo.
Sono prodotte in un laboratorio chimico.
Le anfetamine (la più diffusa ha il nome “Speed”) si presentano generalmente sotto forma di polvere o pastiglie.
Possono essere sniffate, ingoiate o iniettate con una siringa. Un’altra forma, “Ice”, viene fumata.
Gli effetti durano dalle 4 alle 8 ore. Molto spesso le anfetamine sono presenti come sostanze da taglio mischiate con Lsd o Ecstasy; altre volte sono spacciate come Ecstasy o Acidi.
Effetti ricercati
Le anfetamine provocano: riduzione del senso di fatica, del sonno, della fame e del dolore.
Trasmettono: senso di grandiosità, euforia, voglia e capacità di parlare con chi ci sta attorno, aumento dell’interesse sessuale.
In maniera apparente ed illusoria favoriscono una maggiore vivacità dell’ideazione e delle associazioni concettuali, nonché la capacità di concentrazione e di attenzione.
Rischi e danni all’organismo
Quando terminano gli effetti positivi, si entra nella fase “down” che si manifesta attraverso: depressione, aumento del battito del cuore, aumento della pressione del sangue, digrignamento dei denti (smascello), nausea e vomito, agitazione, tremori, diminuzione del senso critico, calo nella capacità di avere dei rapporti sociali, rabbia, ansia, irritabilità, affaticamento.
Dosi eccessive possono provocare coma; l’overdose può portare alla morte.
E’ particolarmente pericoloso l’uso che ricerca un effetto dopante per una pratica sportiva.
Il down si può prolungare per oltre 24 ore (con un massimo di 2-4 giorni), per poi risolversi gradualmente: in questo momento il nostro corpo sta ritornando in equilibrio dopo il disorientamento provocato artificialmente dall’anfetamina.
L’uso prolungato di questa sostanza può portare all’anoressia o ad avere psicosi tipiche della cocaina con allucinazioni uditive (si sentono delle voci) e paranoie (un’idea ossessiva di essere perseguitati, tutti formulano complotti).
Le anfetamine possono ridurre l’efficienza delle pillole anticoncezionali.
Cannabis
La pianta della Canapa Indica contiene diversi principi attivi (o cannabinoidi), la cui concentrazione è maggiore nella resina delle infiorescenze femminili.
Il principio attivo più noto della cannabis è il THC (Delta-nove-tetraidrocannabinolo), ma all’interno della pianta ce ne sono tanti altri e dalla loro combinazione dipendono gli effetti psicoattivi.
Dalle piante di canapa si possono ottenere:
- MARIJUANA: in genere un miscuglio di fiori e foglie di cannabis essiccate.
- HASHISH: l’impasto della resina della cannabis, estratta dal polline dei suoi fiori, con aggiunta di grasso animale o miele, il tutto pressato.
- OLIO DI HASHISH: una soluzione alcoolica della resina di cannabis derivante dalla distillazione delle foglie.
Effetti ricercati
La cannabis ha effetti che spesso sono determinati dal luogo e dall’umore di chi assume.
L’assunzione di piccole dosi di queste sostanze induce una sensazione di benessere, diminuzione delle inibizioni, tendenza a parlare e ridere più del solito.
Può dare sensazioni di pienezza, rilassamento, leggera euforia, benessere fisico e psichico, più facilità nei rapporti con le altre persone.
Dosi molto forti tendono a falsare la percezione del tempo e dello spazio, e ad intensificare e alterare le sensibilità sensoriali; gusto, olfatto, udito.
Rischi e danni all’organismo
In casi particolari o con un uso eccessivo, può dare sensazioni di isolamento e demotivazione verso le normali attività, tachicardia (è un vasodilatatore e cioè fa pompare più forte il cuore), nausea, e, a volte, veri e propri attacchi di panico o situazioni di paranoia rispetto alle persone e alle situazioni.
Vengono vissute inoltre con maggior intensità le situazioni di socialità e i ricordi.
Può provocare perdita di concentrazione, aumento del battito del cuore, difficoltà di equilibrio e coordinamento motorio, sonnolenza.
I sintomi ad alti dosaggi sono: pallore, sudore freddo, capogiri, nausea, aumento irrefrenabile della fame, occhi arrossati, mal di testa, senso di pesantezza, tempo di reazione ridotto, stato di debolezza, alterazione del sonno.
L’uso prolungato di cannabis può provocare nel tempo instabilità dell’umore e trascuratezza, mancanza di motivazione e interesse, passività e apatia, bassa tolleranza alle frustrazioni, deficit di memoria, sindrome da burnout (scoppio e sfinimento, dopo cinque anni di uso continuo), riduzione dei contatti sociali, irritabilità, piccole manie e paranoie, depressione, crisi di panico, marcata aggressività.
La cannabis ha delle molecole della stessa famiglia (cannabinoidi) di quelle prodotte dal nostro organismo per regolare la sensazione di fame, ecco perché viene la cosiddetta “fame chimica”.
Extasy - MDMA
L’Extasy è un composto semi-sintetico, il cui principio attivo si chiama MDMA (3,4-metilendiossi-N-metilamfetamina).
Si acquista sotto forma di pastiglie o capsule che vengono ingerite, oppure sotto forma di polvere (o cristalli), che vengono sniffati e/o disciolti nell’acqua e iniettati.
L’MDMA interagisce principalmente con la serotonina, una sostanza presente nel nostro cervello che agisce sul piacere, l’umore e le emozioni, oltre a regolare funzioni relative all’appetito, al ritmo veglia-sonno, all’aggressività, alla coordinazione psico-motoria, alla temperatura corporea e alle capacità cognitive.
Effetti ricercati
Si manifestano entro 30-60 minuti dall’assunzione, con caratteristiche ‘di salita’ assimilabili a quelle delle amfetamine (stimolazione del Sistema Nervoso Centrale, aumento delle pulsazioni e del respiro, bocca secca, tendenza a digrignare i denti, etc…), permanendo in media per un tempo che varia dalle 4 alle 6 ore e sopprimendo gli stimoli del sonno, della fame, della fatica e del bisogno di urinare.
L’effetto primario dell’MDMA sul cervello è il rilascio di serotonina; questo genera sensazioni di sicurezza, vicinanza con gli altri, serenità, senso di unione e catarsi.
Possono verificarsi anche lievi episodi che coinvolgono le percezioni, chiamati in medicina ‘sinestetici’, cioè di mescolanza/sovrapposizione di due o più sensi (per fare un esempio quando si avverte ‘il gusto di colore’, oppure la ‘forma fisica di un suono’…).
Rischi e danni all’organismo
L’aumento della temperatura corporea e la conseguente veloce disidratazione sono gli effetti collaterali più pericolosi.
Questi effetti, specialmente in ambienti caldi e poco aerati come le discoteche, possono portare al cosiddetto ‘colpo di calore’ (ipertermia maligna) che può causare il collasso, ma anche gravi danni all’organismo e più raramente anche la morte.
L’Extasy ha una pesante ricaduta sul fegato e sui reni, quindi è assolutamente sconsigliata a chi soffra di patologie che coinvolgono questi organi.
Altri effetti indesiderati possono includere nausea, aumento del ritmo cardiaco e attacchi di ansia.
Alcune persone possono soffrire di effetti collaterali psicologici sotto forma di flashbacks (ansia, attacchi fobici, sensazione di straniamento, etc…) anche molto tempo dopo aver assunto Extasy.
Ketamina
Si tratta di un anestetico di breve durata, ma molto intenso, usato sopratutto in veterinaria.
A dosi sub-anestetiche (inferiori a quelle utilizzate per un’anestesia completa) provoca esperienze psichedeliche e allucinazioni. Viene venduta attualmente in fiale ed è conosciuta con vari soprannomi, tra cui Special K, Ket, Vitamina K e Ketch .
La ketamina prodotta in soluzione acquosa viene trasformata in cristalli attraverso la vaporizzazione e viene inalata.
Esiste anche la possibilità di iniezione intramuscolare o endovenosa che produce effetti molto più potenti.
L’esperienza ha una durata relativamente breve: circa 45-60 minuti.
Effetti ricercati
Gli effetti più comunemente descritti sono: le sensazioni riguardo la “consistenza” del proprio corpo (di legno, di gomma, ecc.), distorsioni della forma e della grandezza di parti del proprio corpo, sensazioni di galleggiamento e di perdita di gravità, distorsioni temporali, dissociazione dal proprio corpo, allucinazioni visive.
Un dosaggio molto elevato di ketamina può produrre tutte le caratteristiche della cosiddetta “esperienza vicino alla morte” (K-hole), un’esperienza dissociativa che viene raccontata come un’uscita dal proprio corpo attraverso un tunnel che porta alla luce.
Questa sostanza viene utilizzata anche per diminuire l’effetto di altre droghe eccitanti.
Rischi e danni all’organismo
Gli effetti collaterali indotti dall’uso di ketamina sono numerosi, a volte molto pericolosi per la vita: infarto e psicosi.
Alcuni studi indicano che questa sostanza sia in grado di provocare tolleranza e dipendenza, specialmente di tipo psicologico.
A lungo termine l’uso di ketamina può produrre un danneggiamento importante della memoria e delle capacità attentive , l’insorgenza di disturbi dissociativi e una sintomatologia schizofrenica.
L’associazione con altre sostanze, alcol compreso, aumenta notevolmente il rischio di incorrere in un collasso cardio-circolatorio.
Popper
Il popper (nitrito di amile, butile, isobutile) di viene fatto rientrare nella categoria degli inalanti dato che si trova generalmente in fialette di cui si inala il contenuto.
Inizialmente diffuso nelle comunità gay USA si è diffuso negli ultimi anni nelle discoteche italiane.
Il nome popper deriva dal caratteristico suono di una boccetta che viene stappata.
Effetti ricercati
Questa sostanza causa una dilatazione dei vasi sanguigni, un maggior afflusso di sangue a livello del Sistema Nervoso Centrale (il cervello) ed un rilassamento degli sfinteri, di qui l’uso tra gli omosessuali.
L’effetto è molto rapido, 30-90 secondi.
Si avverte un senso di ripienezza a livello della testa e si prova un’ondata di calore, si sente il sangue arrivare alla testa e si avverte una forte sollecitazione dei sensi.
Rischi e danni all’organismo
Sniffate ripetute provocano vertigini e svenimenti.
Dopo l’utilizzo permane un dolore alla testa, tosse, nausea e debolezza.
Dati i suoi rapidissimi effetti sul battito cardiaco e di vaso-dilatazione, l’uso di questa sostanza porta con sé il rischio di insorgenza di accidenti cardio-vascolari e cerebrali, quali infarti ed ictus.
Smart Drugs
Le sostanze che rientrano in questa categoria vanno dalle erbe alle vitamine, fino agli ormoni, agli aminoacidi e ai farmaci classici, comprendendo in modo molto generico, tutte le sostanze naturali o chimiche possibili e immaginabili.
Per questo gli effetti e i rischi sono estremamente diversi, ma “smart” non significa assolutamente innocuo!
Le “smart drugs” in senso stretto sono quelle sostanze che dovrebbero aumentare la capacità di studio, di memorizzazione, di concentrazione e quella associativa.
Ma gli effetti delle “smart drugs” non sono ancora stati sufficientemente analizzati, spesso gli effetti secondari e quelli a lungo termine non sono chiari.
Tra le Smart Drugs rientrano anche le “natural drugs“, ovvero droghe naturali che sono piante selvatiche che crescono spontaneamente in natura, e alcune parti di esse hanno un effetto psicoattivo.
A seconda dell’effetto che hanno sul sistema nervoso, possiamo distinguerne di due tipi:
- quelle euforizzanti (che suscitano cioè sensazioni di felicità),
- quelle allucinogene (che alterano le percezioni sensoriali).
Delle droghe naturali fanno parte diversi funghi, alcune solanacee, certi cactus, secrezioni epidermiche di certi tipi di rospi, etc.
Il loro effetto è spesso difficilmente valutabile, poiché la concentrazione del principio attivo è diverso in ogni singola sostanza, ma si registrano sempre più spesso casi di vaneggiamento, di allucinazione, e persino di morte.
Particolarmente pericolosi sono i “cocktail”.
Come si presentano:
Le forme con cui più comunemente si incontravano questi composti, nell’utilizzo da parte dei guaritori, erano tipicamente unguenti o pomate, infusi, filtri e mazzetti secchi per la fumigazione (inalazione dei vapori).
Oggi si possono trovare sotto forma di:
- pastiglie;
- in polvere da cui è possibile ricavare un infuso;
- capsule, bevande;
- barrette, chewing-gum, caramelle, sigarette, etc…
Effetti ricercati
Generalmente si distinguono le Smart Drugs che hanno sul cervello un’azione stimolante ed euforizzante e quelle ad azione dispercettiva, cioè allucinogena e rilassante.L’effetto euforico è spesso accompagnato da eccitazione, aumento dell’attività e della loquacità, espansione mentale e diminuzione del senso di fatica, fame e sonno; inoltre diverse di queste sostanze sono considerate afrodisiache.
Rischi e danni all’organismo
Queste sostanze possono provocare seri problemi se non si riesce a gestire il consumo e soprattutto a regolare correttamente le dosi.
I rischi possono variare dalla rigidità muscolare, crampi, nausea, vomito, ansia, tachicardia, ipertensione e anche collasso nei casi più gravi.
Il consumo protratto può provocare insonnia e diminuzione dell’appetito.
Un altro rischio è perdere il controllo, diventando aggressivi e violenti a causa del senso di eccitazione.
Gli infusi di alcune piante come Belladonna, Stramonio e Mandragora, possono avere proprietà allucinogene, sono tossici e un piccolo quantitativo in più (o una concentrazione maggiore) può determinare l’avvelenamento, che può essere fatale.
L’Efedrina, ora illegale, non è una sostanza innocua e produce tolleranza.
Molti dei principi attivi contenuti nelle Smart drugs rientrano nella categoria delle sostanze “dopanti”.
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