INFO SafeSEX
-Info SafeSEX è la pagina dedicata alle infezioni sessualmente trasmesse (IST).
Crediamo che sia giusto condividere con il proprio partner una sessualità piacevole e priva di rischi.
Qui non parleremo di posizioni strane… le lasciamo alla tua fantasia.
Abbiamo invece sintetizzato alcune informazioni che serviranno per tutelarti da infezioni e malattie che si trasmettono sessualmente, dette anche ITS (o anche MTS).
Noi di ALA Milano la pensiamo così
Una nota di prevenzione generica, “buona per tutti i gusti”
“Fare sesso” è piacevole però può essere occasione di trasmissione di infezioni importanti (IST).
Il sesso sicuro traduce questa consapevolezza in comportamenti adeguati.
Tutte le pratiche di sesso sicuro sono associabili anche ad un concetto più ampio di rispetto per sé (e per gli altri).
In questa sezione informativa “safeSEX” sono segnalate solo le più comuni infezioni provocate da virus, batteri e parassiti il cui contagio avviene durante i rapporti sessuali.
Ci teniamo a sottolineare che molte di queste infezioni o malattie si trasmettono facilmente e che per alcune la prevenzione è difficile.
Prima di tutto…
La precauzione principale è l’utilizzo corretto di un preservativo resistente, eventualmente con un’adeguata dose di lubrificante a base d’acqua durante un rapporto anale.
Ti consigliamo di non utilizzare lubrificanti a base oleosa (come l’olio di vaselina, l’olio d’oliva o il burro) con il profilattico, perché possono danneggiare il rivestimento di lattice, causandone la rottura.
Controlla sempre la data di scadenza scritta sulla confezione dei profilattici, accertati che le confezioni siano state conservate lontano da fonti di calore e da luci eccessivamente potenti e che non sia danneggiato l’involucro.
Qui riportiamo una guida pratica ad indossare il preservativo.
Ricorda che se il preservativo è indossato da una persona sola, la responsabilità di averlo sempre a portata di mano e la scelta di utilizzarlo è della coppia.
Inoltre è disponibile sul mercato anche il femidom che può essere indossato dalle donne.
In secondo luogo…
Dal momento che il sangue è uno tra i più importanti veicoli di infezione, è buona norma non utilizzare in comune con altre persone strumenti taglienti e appuntiti come rasoi, forbici, spazzolini, il cui uso può procurare sanguinamenti.
Bisogna porre molta attenzione perché certe infezioni sessuali possono diventare una seria minaccia per la tua salute e quella del tuo partner, se non vengono adeguatamente trattate.
La maggior parte di esse può essere efficacemente curata.
Se hai dei dubbi…
Nel caso di comparsa di sintomi è opportuno rivolgersi ad un medico di fiducia o ad un centro specializzato, che ti seguirà nel trattamento.
Durante questo periodo è preferibile astenersi dall’attività sessuale o comunque seguire le indicazioni di profilassi indicate dal medico stesso.
Credits
Per elaborare questa sezione informativa abbiamo consultato e utilizzato testi presenti in diversi siti come aids.ch, don-juan.ch, epicentro.iss.it, gay.it, isd.olografix.org, lila.it, ministerosalute.it, poloinformativohiv.info, sieropositivo.it, salutedonna.it, contattosicuro.it, smartsex.eu.
Candida
La Candida albicans e’ un normale saprofita (cioè un piccolo organismo che utilizza come nutrimento la sostanza organica in decomposizione) presente nel cavo orale e in tutto l’apparato digerente, sulla pelle e nella vagina.
In condizioni particolari la presenza della Candida aumenta e può assumere le caratteristiche di un’infezione.
La trasmissione sessuale è possibile, ma ci si può ammalare di Candida anche senza avere rapporti sessuali.
Le cause dell’aumento eccessivo della Candida possono essere diverse: l’uso improprio (o anche adeguato ma per lungo tempo) degli antibiotici, l’uso di farmaci a base di cortisone, la presenza di malattie croniche, qualsiasi condizione che alteri il sistema immunitario (compresa l’Infezione da HIV), ma anche semplicemente la presenza di una dentiera o anche immergere spesso in acqua le mani o i piedi possono favorire lo sviluppo della Candida.
Sintomi
Compaiono aree di irritazione in varie zone della pelle, che provocano prurito ed arrossamenti.
Le manifestazioni più frequenti sono la Candidosi della cute (in generale nelle zone della pelle dove si suda di più: ascelle, spazi tra le dita dei piedi o delle mani, ma anche sotto le unghie, ecc.) e la Candidosi genitale (glande e prepuzio, parte interna delle cosce, lo scroto, intorno all’ano, la vagina, ecc.), tuttavia in casi più rari e gravi la Candida può crescere praticamente ovunque nel corpo. L’infezione può produrre macchie o secrezioni genitali di colore biancastro e di consistenza grumosa (simile a ricotta), accompagnate da sensazioni di bruciore e/o prurito a volte particolarmente intensi.
Prevenzione
E’ fondamentale curarsi già dal primo sintomo che evidenzia la presenza dell’infezione.
E’ importante identificare e dove possibile correggere situazioni predisponenti (come ad esempio alcune malattie, l’uso di antibiotici o il contatto sessuale con persone che soffrono di questa infezione).
Può essere utile l’utilizzo di fermenti intestinali assunti per bocca sia durante le terapie antibiotiche che nel corso di disturbi intestinali; non devi dimenticare che l’intestino costituisce il principale “serbatoio” per la Candida.
Anche l’utilizzo di lavande antimicotiche durante il periodo mestruale (proprio in questo periodo si verificano molte ricadute) e dopo i rapporti sessuali (lo sperma modifica il pH vaginale) si è dimostrato utile, ma questo accorgimento va comunque effettuato per periodi limitati e sempre sotto precisa indicazione e controllo medico.
Puoi evitare il contagio utilizzando un preservativo resistente con un’adeguata dose di lubrificante a base d’acqua durante i rapporti anali ed un normale preservativo durante i rapporti vaginali e orali.
Cura
Nei casi più semplici è si cura con pomate o con compresse (ma non può essere ovviamente eliminata dal nostro corpo perché come abbiamo già detto è normale avere la Candida a patto che non cresca troppo!).
La cura prevede l’utilizzo di creme o farmaci antimicotici (contro i funghi) o pastiglie per bocca, a volte la guarigione richiede tempi lunghi. Il ketogonazolo, il fluconazolo e l’itraconazolo sono i farmaci maggiormente usati nei trattamenti per via sistemica: vengono generalmente somministrati per bocca secondo schemi molto differenti.
L’utilizzo di questi farmaci deve sempre essere valutato dal proprio medico curante o dallo specialista ginecologo.
Nei periodi di terapia è consigliabile astenersi dai rapporti sessuali.
Condilomi
Condilomi, “creste di gallo”, virus del Papilloma umano o HPV
Si tratta di un’infezione virale molto comune, appartenente alla famiglia delle verruche veneree.
Il Virus Papilloma è un gruppo di più di 70 tipi di virus che possono causare verruche o papillomi.
Compaiono lungo il corpo e la testa del pene, sull’ano (interno ed esterno), vulva e vagina.
Sintomi
Il Virus Papilloma può causare verruche e condilomi (protuberanze carnose) con molte caratteristiche differenti.
Esse possono apparire piccole o grandi, piatte o in rilievo, singole o multiple; qualche volta le verruche non sono persino visibili: circa il 50% degli individui che sono infetti con il Virus Papilloma non sviluppano mai condilomi, ma sono comunque capaci di trasmettere il virus agli altri.
Di solito non sono dolorosi, a meno che non vengano trattati dopo un certo periodo dalla comparsa.
I condilomi possono comparire all’interno o all’esterno della vagina, sul pene e nella zona anale, ma è possibile contrarre le verruche anche sulle mani e nella bocca attraverso contatto durante i preliminari o nel sesso orale.
L’infezione si trasmette infatti tramite il contatto diretto tra una superficie (pelle o mucosa) infetta e una superficie sana.
Prevenzione
L’uso dei profilattici di lattice o di poliuretano durante i rapporti sessuali può aiutare a ridurre il rischio di trasmissione, ma la trasmissione può comunque avvenire se le verruche sono in parti del corpo non coperte dal profilattico.
Nel caso le tue mani abbiano toccato dei condilomi, un accurato lavaggio con acqua e sapone può ridurre parzialmente il rischio di trasmettere i condilomi agli organi genitali.
La probabilità di essere infettati dal Virus Papilloma può essere ridotta evitando comportamenti sessuali rischiosi non protetti e limitando il numero di partner sessuali.
Cura
Le infezioni da Papilloma Virus (HPV, Human Papilloma Virus) sono conosciute sin dall’antichità ed attualmente sono in forte aumento.
I condilomi non guariscono spontaneamente e le tecniche di cura sono diverse.
La diagnosi precoce (eseguita prima possibile) viene considerata lo strumento più efficace per il trattamento di quest’infezione. Esistono diversi metodi per rimuovere i condilomi.
Secondo i centri sanitari per il controllo e la prevenzione delle malattie, nessuna delle seguenti cure è migliore delle altre, e più di una cura può essere richiesta per rimuovere efficacemente i condilomi.
Queste includono:
- Gel Podofilox, che è una cura applicata ai pazienti per i conditomi esterni;
- Crema Imiquimod, che è una cura applicata ai pazienti per i condilomi esterni e perinatali;
- Cure chimiche (incluso l’acido tricoloroacetico e podofillina), che devono essere applicate da un assistente sanitario competente per distruggere i conditomi;
- Crioterapia: uso di azoto liquido per raggelare i condilomi e rimuoverli più agevolmente;
- Terapia al laser, la quale usa un fascio laser o luci intense per distruggere i conditomi;
- Elettrochirurgia, che usa corrente elettrica per bruciare i conditomi;
- Intervento chirurgico per la rimozione del condiloma;
- Interferone, un farmaco antivirale, che può essere iniettato direttamente nel condiloma.
Ognuna di queste cure ha vantaggi e svantaggi di cui dovresti discutere con il tuo medico di fiducia.
E’ importante specificare che non esiste attualmente nessuna cura definitiva per il Virus Papilloma.
Una volta che un individuo è infetto, si tiene il virus per tutta la vita persino se i condilomi vengono rimossi.
Lo sviluppo di un vaccino contro il Virus Papilloma è in corso, ma per ora è disponibile solo per trattare alcuni casi limitati.
Gonorrea
Nelle donne può colpire la vagina, l’utero e le tube di Fallopio.
Se non viene curata tempestivamente può causare gravi complicanze ed occasionalmente dare corso ad uno stato di cronicità.
La Gonorrea è trasmessa attraverso contatto sessuale (sesso vaginale, anale o orale) con una persona infetta.
Sintomi
Il periodo di incubazione è di circa 2 – 8 giorni a partire dal momento del contatto.
Sintomi femminili dell’infezione genitale:
- irregolarità mestruali;
- insolito scarico vaginale;
- bruciori durante l’urinazione o aumento nella frequenza delle orinazioni;
- emorragia dopo un rapporto sessuale;
- emorragia fra cicli mestruali;
- dolore addominale o pelvico
Sintomi maschili dell’infezione genitale:
- scarico dal pene, fuoriuscita di un materiale più o meno denso, di colore giallastro o verdognolo;
- dolore o bruciore durante l’urinazione o aumento della frequenza dell’orinazione;
- testicoli gonfi e/o dolorosi
L’infezione del retto può accadere facendo sesso anale ricettivo.
Nelle donne, l’infezione del retto accade più frequentemente attraverso la diffusione dell’infezione dalla vagina.
Sebbene non vi siano spesso sintomi di infezione del retto, essi possono includere disturbi del retto, prurito dell’ano, dolore, scarico o emorragia.
L’infezione della gola può accadere facendo sesso genitale-orale con partner infetti.
Nella gola, la Gonorrea può causare una gola infiammata. Molte donne e molti uomini con la Gonorrea non presentano sintomi evidenti, soprattutto con l’infezione del retto e della gola.
Prevenzione
Puoi evitare il contagio utilizzando un preservativo resistente con un’adeguata dose di lubrificante a base d’acqua durante i rapporti sessuali (anche anali) ed un normale preservativo durante i rapporti orali.
Nel corso di rapporti oro-anali (contatto lingua-ano, ‘rimming’) puoi utilizzare una normale pellicola trasparente ben aderente (dental dum) o un preservativo tagliato a metà e appoggiato all’ano del tuo partner.
Se hai molti partners sessuali è consigliabile un regolare controllo medico al fine di favorire una diagnosi precoce dell’infezione.
Cura
C’è una varietà di esami di laboratorio che può essere usata per individuare la Gonorrea.
Gli esami sono fatti o tramite un campione di urina o tramite un campione ottenuto dalla cervice della donna o dall’uretra dell’uomo, usando un tampone di cotone.
Altri campioni possono essere estratti direttamente dalla gola o dall’ano, nel caso in cui questi siano infetti.
La Gonorrea può essere curata efficacemente con una terapia a base di antibiotici.
Poiché gli uomini e le donne infettati dalla Gonorrea spesso presentano anche la Clamidia, anche la terapia per la Clamidia viene fornita.
Se si è in coppia sarà necessario curarsi contemporaneamente per evitare che l’uno la trasmetta di nuovo all’altro.
Evita di fare sesso mentre sei in cura per ridurre le possibilità di ottenere nuovamente l’infezione o di trasmetterla a qualcun altro.
E’ importante dopo la terapia effettuare un accurato controllo per assicurarsi che l’infezione sia guarita.
Mononucleosi
E’ provocata dal virus di Epstein-Barr, è anche chiamata “malattia del bacio” per la sua modalità di trasmissione.
E’ una malattia infettiva della famiglia degli Herpes Virus.
E’ molto diffusa ma ricorre per lo più asintomaticamente (senza effetti che si manifestano chiaramente).
Il contagio avviene attraverso saliva o per il contatto con oggetti contaminati.
Sintomi
Presenta sintomi aspecifici (febbre, stanchezza, mal di gola, anoressia), dopo 24-48 ore insorge Angina monitica (essudato giallastro che ricopre le tonsille e le arcate faringee) e compaiono tumefazioni dei linfonodi (prima ai linfonodi laterocervicali e sottomandibolari, dopo qualche giorno a tutti gli altri i linfonodi).
Si possono verificare anche situazioni critiche come un interessamento epatico (fegato ingrossato) oppure un esantema molto simile alla rosolia.
Come si effettua la diagnosi
Per la diagnosi certa si ricorre al monotest e prova di Paul-Bunnel e allo studio microscopico dello striscio di sangue.
Cura
Non esistono vaccini.
Si cura soltanto con il riposo e la somministrazione di ricostituenti.
Le cure si somministrano solo in presenza di sintomi, senza ricorrere ad antibiotici.
Scabbia
La scabbia si trasmette per contatto diretto con la pelle della persona affetta e/o con la biancheria del letto e gli indumenti contaminati.
Sintomi
Il sintomo principale della scabbia è il prurito, che inizia dopo un periodo variabile da 2 a 6 settimane dal contatto con l’acaro.
Il prurito diventa più intenso durante la notte, in quanto il calore del letto aumenta l’attività degli acari.
Sulla pelle compaiono lesioni di vario tipo, come papule (piccole macchie rosse in rilievo), vescicole e lesioni lineari, corrispondenti alle cavità scavate dall’acaro.
Le zone più frequentemente colpite sono: gli spazi fra le dita delle mani e dei piedi, i polsi, i gomiti, le ascelle, le zone intorno e sotto il seno, l’addome, i genitali maschili e le natiche.
Prevenzione
E’ difficile evitare il contagio dal momento che l’infezione può avvenire anche semplicemente dormendo nello stesso letto.
Se si è venuti a contatto con una persona affetta da scabbia è necessario:
- effettuare il trattamento preventivo consigliato dal medico, dopo il bagno o la doccia;
- sostituire la biancheria personale, le lenzuola, le federe e gli asciugamani dopo ogni applicazione;
- lavare la biancheria in lavatrice a temperatura superiore ai 60° C;
- mettere in un sacco impermeabile tutto ciò che non è lavabile ad alte temperature (coperte, cuscini, capi in lana), lasciarlo chiuso per almeno 48 ore e poi esporlo all’aria. L’acaro non può sopravvivere a lungo lontano dalla pelle umana.
Se hai avuto un contatto sessuale recente con persone affette da scabbia dovresti sottoporti a tua volta alle cure.
La situazione va comunque sempre valutata con l’assistenza del medico.
Cura
La scabbia non è una malattia grave, ma non guarisce senza un adeguato trattamento.
La cura consiste nell’applicare su tutto il corpo creme e lozioni specifiche (tranne il viso e la testa) per 24 ore, ripetendo poi un’altra applicazione il giorno successivo ed eventualmente dopo una settimana.
La durata del trattamento dipende dal tipo di prodotto usato: in ogni caso esso va completato secondo prescrizione medica.
È fondamentale, qualunque sia il prodotto prescelto, praticare il bagno o la doccia prima di ogni applicazione e sostituire la biancheria personale e del letto dopo ogni applicazione.
Possono essere presenti croste o infezioni della pelle conseguenti al trattamento e il prurito può durare per 2-3 settimane dopo aver terminato la cura.
Trichomonas
La Tricomoniasi è trasmessa attraverso rapporti sessuali con una persona infetta.
Sia gli uomini sia le donne possono essere infettati.
Sintomi
Molte persone che sono infette non presentano alcun sintomo.
I sintomi nelle donne includono: scarico vaginale (pieno di bolle, verde pallido o grigio) insolito ed aumentato con un odore sgradevole. Prurito, bruciore o arrossamento della vulva e della vagina.
I sintomi negli uomini includono: scarico dal pene, bruciore durante l’urinazione.
Cura
La Tricomoniasi può essere facilmente curata con antibiotici, di solito con un farmaco chiamato metronidazolo.
Questa terapia può causare effetti collaterali come nausea leggera, vomito e sapore metallico nella bocca.
Ciò nonostante, per far si che la terapia funzioni, è importante prendere i medicinali come vengono ordinati.
Questo farmaco può anche causare una reazione dannosa quando viene mischiato con l’alcool; evita di bere nelle 24 ore successive alla acquisizione della medicina.
Il farmaco non deve essere usato durante una gravidanza prematura.
È importante verificare che anche il tuo partner riceva la terapia per evitare di essere nuovamente infettati.
I partner di sesso devono ricevere le cure anche se non hanno nessun sintomo.
Evita di fare sesso mentre sei in cura per ridurre le possibilità di ottenere nuovamente l’infezione o di trasmetterla a qualcun altro.
Uretrite
Le uretriti sono infezioni che interessano l’uretra, cioè il canale urinario che attraversa il pene.
Può essere causata da Chlamydia o Gonorrea , o da altre cause non identificate.
L’uretrite non specifica è una delle infezioni sessuali più comuni.
Sintomi
Spesso non ha alcun sintomo, ma quando questi sono presenti possono includere: secrezione simil-latte o pus dal pene, sensazione di puntura o bruciore durante la minzione o nell’eiaculare (il momento in cui fuoriesce lo sperma dal pene).
Sono caratterizzati da una spiacevole sensazione di bruciore nell’urinare.
Possono comparire delle piccole gocce che fuoriescono durante la giornata e al mattino potreste rinvenire delle macchie appiccicaticce sul letto e/o nella biancheria.
Prevenzione
L’infezione si evita utilizzando le normali pratiche di prevenzione (utilizzando un preservativo resistente con un’adeguata dose di lubrificante a base d’acqua durante i rapporti anali ed un normale preservativo durante i rapporti orali).
L’uretrite non specifica tende a ripresentarsi nelle condizioni di scarsa igiene o di cattiva salute.
Cura
Prevede un ciclo di terapia a base di antibiotici.
Le uretriti sono infezioni difficili da trattare.
Per questo motivo è di fondamentale importanza completare l’intero ciclo di terapia.
La diagnosi si fa tramite esami. Si consiglia di evitare contatti col partner fino alla completa guarigione.
AIDS/HIV
Che cos’è l’ HIV
L’HIV (Human Immunodeficiency Virus) è il virus che causa l’AIDS (Acquired Immuno Deficiency Syndrome).
Nell’AIDS, le normali difese immunitarie sono indebolite dal virus e non sono più in grado di contrastare l’insorgere di infezioni e malattie
Dove Si trova questo virus?
In un individuo infetto l’HIV è presente nel sangue e nello sperma.
Anche il liquido pre-eiaculatorio contiene il virus, anche se in quantità inferiore
Come ci si infetta?
Per infettarsi è necessario che il virus entri nel circolo sanguigno.
Come fa ad entrare nel circolo sanguigno?
L’infezione può avvenire esclusivamente in queste circostanze:
- attraverso rapporti sessuali non protetti dal preservativo;
- attraverso lo scambio di siringhe contenenti sangue infetto;
- dalla madre sieropositiva al neonato (durante la gravidanza, il parto o l’allattamento al seno)
Come ci si protegge?
Il corpo possiede molte barriere che proteggono dalle infezioni.
La barriera più importante è la pelle che, se integra, non lascia entrare il virus.
Tuttavia, il virus può passare attraverso le mucose. Inoltre, durante i rapporti sessuali non protetti, può accadere che si provochino, senza accorgersene, piccole lesioni nelle mucose della bocca, dei genitali o dell’ano.
Possono essere minuscole, ma anche queste possono costituire la porta d’ingresso del virus nella persona non infetta.
Quale mucosa è più vulnerabile?
La mucosa più vulnerabile nell’uomo è quella dell’ano e nella donna quella della vagina.
Anche la mucosa dell’ uretra, specialmente se infiammata, può costituire una via d’accesso.
Le mucose, e specialmente quella dell’ano, contengono numerosi piccoli vasi sanguigni (capillari) che sono facilmente danneggiabili.
Comunque il virus può attraversare la mucosa anale anche quando non è danneggiata.
Quando sangue, sperma o liquido pre-eiaculatorio, contenenti l’HIV, entrano in contatto con la mucosa, il virus può entrare nel circolo sanguigno.
Come possiamo impedire al virus di entrare nel corpo attraverso la mucosa?
Nel sesso eterosessuale e omosessuale dobbiamo usare sempre un preservativo (comdom o fendom).
Nei rapporti anali è vivamente consigliato aggiungere lubrificante (solo sulla parte esterna del preservativo, un lubrificante idrosolubile, da non confondere con le varie creme oleose o grasse come vaselina).
Approfondimenti
Il test
E’ importante sapere che in Italia tutti possono fare il test in modo anonimo presso le strutture sanitarie pubbliche; non è necessaria la richiesta del medico di famiglia e il personale specializzato è tenuto alla più assoluta riservatezza.
Dove fare il test per individuare il virus HIV?
Per sapere dove e come clicca qui.
Il bacio e la masturbazione sono pratiche a rischio?
No
Il rapporto orale è a rischio?
I rapporti orali sono considerati normalmente a basso rischio.
La probabilità di essere infettati in un rapporto orale dal liquido pre-eiaculatorio è, infatti, limitata.
Inoltre, la saliva inibisce il virus.
In ogni caso è sempre preferibile usare il preservativo, evitando che l’eiaculazione avvenga in bocca.
Se non ti convinci di questa eventualità a mente “fredda”, nel momento di passione ti protresti dimenticare di utilizzarlo.
La penetrazione senza preservativo è sempre a rischio?
Si.
La penetrazione senza preservativo è a rischio per entrambi i partner anche prima dell’eiaculazione, in quanto si possono creare piccole lesioni sul pene e nel tessuto rettale.
Il sangue che esce da queste piccole ferite è veicolo di trasmissione del virus.
Se si utilizzano vibratori è buona norma pulirli accuratamente e disinfettarli prima di ogni rapporto e comunque, durante il rapporto, non scambiarli mai.
Nel rapporto sessuale tra donne?
Nel rapporto fra donne occorre fare molta attenzione nel periodo mestruale, in quanto il sangue è il miglior veicolo d’infezione.
Ho appena fatto il test e sono risultato negativo. Lo stesso il mio partner.
Possiamo fare l’amore senza preservativo?
No.
Il test non ti dice quello che è successo nei tre/sei mesi immediatamente precedenti al test (periodo finestra).
Se in quei tre/sei mesi hai avuto comportamenti a rischio il test non può ancora rilevare la presenza dell’HIV.
E’ meglio usare il preservativo anche in un rapporto che si basi sulla fedeltà reciproca.
In tale rapporto, infatti, se uno dei partner ha una scappatella difficilmente lo confesserà al proprio compagno.
Meglio quindi, non mettere in crisi rapporto e salute, utilizzando sempre il preservativo nei rapporti con penetrazione
Siamo entrambi sieropositivi. Facendo l’amore dobbiamo ugualmente evitare i rapporti senza preservativo?
Si, è preferibile evitarlo in quanto, se siete sotto trattamento per l’HIV, ciascuno di voi può aver sviluppato resistenze ai farmaci.
Scambiando sperma e sangue, rischiate di scambiarvi virus divenuti resistenti.
Esiste una cura?
Ad oggi non esiste una terapia che riesce a eliminare la presenza del virus dall’organismo.
Tuttavia esistono farmaci molto efficaci nello stabilizzare l’infezione del virus HIV, in altre parole cronicizzandola.
Una volta essere sieropositivi (contrarre il virus HIV) conduceva con altissime probabilità all’AIDS.
Oggi non è più così, le aspettative di vita sono notevolmente migliorate, anche in termini qualitativi (ossia quello che si “può fare” nella propria quotidianità).
Chlamydia
L’infezione da chlamydia è determinata da un batterio (Clamidia trachomatis).
E’ un parassita intracellulare simile ai batteri che nella donna può causare cerviciti (infiammazioni del collo uterino), salpingiti e uretriti molto simili alla gonorrea.
La diagnosi precoce (eseguita il prima possibile) viene considerata lo strumento più efficace per la cura di questa infezione.
Sintomi
L’infezione da Clamidia è molto comune tra gli adulti giovani e tra gli adolescenti.
Tuttavia molte persone non sanno di avere la Clamidia, poiché, sebbene siano infettate, non hanno nessun sintomo.
Circa il 75% delle donne infette e metà degli uomini infetti non presentano sintomi di Clamidia.
Nelle donne i sintomi della Clamidia possono includere:
- un insolito scarico vaginale;
- emorragia dopo un rapporto sessuale;
- emorragia fra cicli mestruali;
- dolore addominale o pelvico.
Negli uomini i sintomi della Clamidia possono includere:
- scarico dal pene
- bruciori durante l’urinazione
- testicoli gonfi e/o dolorosi
Prevenzione
L’infezione può essere trasmessa con il rapporto sessuale e dalla donna gravida al neonato durante il parto.
Puoi evitare il contagio utilizzando un preservativo resistente con un’adeguata dose di lubrificante a base d’acqua durante i rapporti anali ed un normale preservativo durante i rapporti orali.
Nel corso di rapporti oro-anali puoi utilizzare una normale pellicola trasparente ben aderente (dental dam) o un preservativo tagliato a metà e appoggiato all’ano del tuo partner.
Se hai molti partnes sessuali è consigliabile un regolare controllo medico al fine di favorire una diagnosi precoce dell’infezione.
Come viene diagnosticata?
C’è una varietà di esami di laboratorio che può essere usata per diagnosticare la Clamidia.
Gli esami vengono fatti o tramite un campione di urina o tramite un campione ottenuto dalla cervice della donna o dall’uretra dell’uomo, usando un tampone di cotone.
Cura
La Clamidia può essere facilmente curata con antibiotici.
Poiché gli uomini e le donne infettati dalla Clamidia spesso presentano anche la Gonorrea, anche la terapia per la Gonorrea viene fornita.
È importante assicurarsi che anche il partner riceva la terapia per evitare di essere nuovamente infettati.
Evita di fare sesso mentre sei in cura per ridurre le possibilità di contrarre nuovamente l’infezione o di trasmetterla a qualcun altro.
Epatiti
Ad oggi si conoscono 5 tipi di virus dell’epatite: A, B, C, D ed E.
Delle molte forme attualmente conosciute, quelle maggiormente diffuse sono la A, la B e la C.
L’epatite si può presentare in forma acuta dopo un periodo di incubazione variabile da 15 a 50 giorni per l’epatite A e da 2-6 mesi per l’epatite B e C.
Spesso le epatiti non danno luogo a sintomi particolari, ma sono diagnosticabili con specifici esami del sangue.
Epatite A
Nota come epatite alimentare, nei paesi industrializzati la trasmissione è frequente in ambito familiare, soprattutto tramite cibi e bevande contaminati.
Si verifica sporadicamente negli asili nido, dove sono presenti bambini che fanno uso dei pannolini.
L’infezione è pure frequente fra i soggetti che hanno fatto viaggi in paesi in cui la malattia è endemica.
Dà origine a spossatezza, ittero (pelle e mucose gialle), dolori al fegato, urine scure e feci chiare.
È la meno grave delle epatiti, e si può prevenire con la somministrazione di immunoglobuline.
Ci si può vaccinare presso le ASL.
Epatite B
L’Epatite B, diffusa in tutto il mondo, si trasmette attraverso il contatto con il sangue infetto, con i rapporti sessuali non protetti e con la saliva.
Il virus è molto più resistente ed infettante dell’HIV.
L’incubazione dura da 40 a 180 giorni e i sintomi sono simili a quelli dell’epatite A.
Sebbene il virus dell’Epatite B può infettare le persone di tutte le età, i giovani adulti e gli adolescenti sono quelli a rischio maggiore.
Il virus dell’Epatite B attacca direttamente il fegato e può portare in alcuni casi alla morte.
Sebbene non esista nessuna cura per l’Epatite B, il mezzo più efficace per prevenirla è la vaccinazione (consigliata).
Ci si può vaccinare gratuitamente presso le ASL, ma prima è necessario fare il test per verificare di non essere già stati contagiati.
Epatite C
L’Epatite C è una malattia del fegato che è causata dal virus dell’Epatite C.
Questo virus può essere trasmesso sessualmente o per contatto con sangue o liquidi del corpo infetti.
Il virus dell’Epatite C attacca il fegato e può portare in alcuni casi alla morte.
Sintomo caratteristico è l’ittero (ingiallimento della pelle, urine scure e feci pallide).
E’ alta tendenza alla cronicizzazione.
La profilassi si basa sul controllo del sangue e sull’educazione dei portatori.
Attualmente non c’è vaccino.
Epatite D
Si trasmette tramite contatto con il sangue infetto o mediante rapporti sessuali non protetti.
Si sviluppa soltanto in soggetti già infettati dal virus dell’epatite B.
La vaccinazione contro l’epatite B, quindi, protegge anche da questo virus.
Epatite E
Si trasmette mediante l’acqua e gli alimenti contaminati.
Sono possibili forme acute.
Non esiste alcun vaccino.
Sintomi
I sintomi tipici della malattia nella sua fase acuta durano in media 4/6 settimane e sono: ittero (progressivo ingiallimento della pelle e delle sclere degli occhi, con urine scure e feci pallide), nausea, repulsione per i cibi grassi e le bevande alcoliche e in alcuni casi febbre, diarrea e perdita di peso.
Occorre precisare che le infezioni possono presentarsi anche in forma cronica o asintomatica, nella quale non è presente alcun sintomo, ma il soggetto può essere comunque fonte di contagio.
Questa situazione è frequente per l’epatite C e in maniera minore per l’epatite B.
Prevenzione
Epatite A: dal punto di vista preventivo, in Italia sono disponibili due diversi vaccini che forniscono una protezione dall’infezione già dopo 14-21 giorni.
L’epatite A si trasmette ingerendo acqua o cibo contaminati o nel caso di rapporti oro-anali (contatto lingua-ano, ‘rimming’), se la vostra bocca entra in contatto con feci (anche minime tracce).
Per proteggersi dall’epatite A durante i rapporti oro-anali puoi utilizzare una normale pellicola trasparente ben aderente (dental dam) o un preservativo tagliato a metà e appoggiato all’ano del tuo partner.
Se intendi utilizzare oggetti per il piacere sessuale, tipo vibratori o altro, è necessario che tu abbia cura di lavarli accuratamente con acqua e sapone per ridurre il rischio di contrarre il virus dell’epatite A.
Epatite B: si trasmette principalmente nel corso di rapporti sessuali anali ed orali non protetti.
Utilizzando un preservativo resistente con un’adeguata dose di lubrificante a base d’acqua durante i rapporti anali ed un normale preservativo durante i rapporti orali puoi evitare il contagio.
Sebbene non esista nessuna cura per il virus dell’Epatite B, è disponibile un vaccino sicuro ed efficace che può prevenirla.
Questo vaccino è stato reso disponibile sin dal 1982 ed è fornito in serie di tre iniezioni.
Esso fornisce protezione contro l’Epatite B in 90-95% di quelli vaccinati.
Essere vaccinati è la migliore maniera di ridurre il rischio di contrarre l’Epatite B.
Epatite C: si può contrarre con rapporti sessuali anche se la sua frequenza di trasmissione è inferiore a quella dell’epatite B.
A differenza dell’Epatite B, non esiste nessun vaccino protettivo, e la prima infezione del virus dell’Epatite C non protegge contro successive infezioni come è nel caso dell’Epatite B.
Le probabilità di diventare infetti con l’Epatite C possono essere ridotte evitando lo scambio di siringhe, la foratura della pelle, i tatuaggi con attrezzature non a norma, la pratica di rapporti sessuali non protetti.
Cura
Per la cura dell’epatite acuta è consigliabile il ricovero ospedaliero, in quanto è necessario un periodo di assoluto riposo, l’astensione dall’uso di alcolici e un’adeguata alimentazione.
L’epatite cronica (B o C) può essere trattata rivolgendosi ai centri specialisti (gastroenterologia o malattie infettive).
Herpes
Sia con HSV-1 sia con HSV-2, una volta che una persona ne è infetta, egli o ella rimane infettata per tutta la vita.
Una volta contratto il virus, le eruzioni dell’Herpes possono essere scatenate da numerosi fattori, inclusi: lo stress, la luce del sole, nausea o febbre, alcuni tipi di cibi o bevande (incluse le arachidi, l’alcool e il caffè) o nei periodi di maggiore debilitazione fisica.
Sintomi
Il virus spesso rimane nascosto e non causa sintomi per lunghi periodi di tempo.
In caso contrario, l’infezione dell’Herpes iniziale può essere accompagnata da sintomi simili all’influenza, come febbre, affaticamento, dolori ai muscoli e linfonodi (cioè ghiandole) gonfi, oltre a vesciche ed ulcere su e attorno ai genitali, alle cosce, alle natiche ed all’ano o sulle labbra, sulla bocca, sulla gola, sulla lingua e sulle gengive.
Le lesioni si possono trovare anche dentro la vagina e sulla cervice.
Nel caso dell’infezione genitale ci può essere anche dolore e prurito nel luogo in cui la ferita è individuata oppure bruciore durante l’urinazione.
In seguito queste vesciche formano una crosta e infine guariscono, di solito entro 1-3 settimane.
Una volta che l’infezione iniziale è risolta, alcune persone provano eruzioni di vesciche, ulcere o piccole ferite genitali, che possono comparire sul pene, sulla vulva, sull’ano, sulle natiche, e/o cosce.
Prurito e formicolio nei genitali sono spesso un segnale di avvertimento prematuro che un’eruzione accadrà presto.
La frequenza e la gravità delle eruzioni varia da persona a persona.
Ferite che accadono durante le eruzioni generalmente durano 3-7 giorni e non sono così dolorose come quelle dell’infezione iniziale, e sintomi sistematici sono rari.
Tuttavia parecchie persone possono sentire ulcere genitali dolorose e ricorrenti.
Inoltre le persone con sistemi immunitari deboli possono provare ulcere intense e persistenti.
Come fa qualcuno a prendere l’Herpes?
L’Herpes si diffonde attraverso contatto intimo della pelle con un individuo infetto.
Benché il virus si possa diffondere attraverso contatto con lesioni o secrezioni, la maggior parte della trasmissione accade per lesioni non riconosciute o perdita asintomatica.
La trasmissione del virus può accadere anche quando il partner infetto non ha un’attiva eruzione di vesciche, ulcere o altri sintomi.
Alcuni individui potrebbero non avere mai sintomi e non sapere di essere infettati dal virus dell’Herpes.
Tuttavia essi possono persino trasmettere il virus agli altri.
L’Herpes orale può diffondersi attraverso i baci.
L’Herpes genitale è trasmesso attraverso contatto sessuale (vaginale, anale ed orale).
Il virus può essere trasmesso dalle regioni orali a quelle genitali e viceversa durante il sesso orale.
Cura
Non esiste nessuna cura per l’Herpes genitale.
Una volta che un individuo è infetto dall’Herpes, porterà il virus nel suo corpo per tutta la vita.
Vi sono creme antivirali (come l’Acyclovir), che possono essere usate per diminuire la gravità dei sintomi, la durata di un’eruzione, e la frequenza di eruzioni ricorrenti.
Gli individui infetti possono anche evitare alcune delle cause note di eruzioni per prevenire eruzioni ricorrenti.
Durante un’eruzione, un sollievo asintomatico può essere ottenuto mantenendo la zona colpita pulita e asciutta, prendendo analgesici (come aspirina o ibuprofen), e per l’Herpes genitale facendo bagni (sedendosi nella vasca con l’acqua calda che copre i fianchi).
Piattole
Si trasmettono per contatto diretto tra esseri umani (e quindi attraverso i rapporti sessuali), ma anche attraverso asciugamani, lenzuola o altri indumenti che ospitano questi insetti o le loro uova.
Questi parassiti si possono ritrovare anche in altre parti del corpo ricche di peli, come le ascelle e la barba, dove depongono le uova.
Questa infezione è in realtà molto comune, specialmente se si hanno molti rapporti sessuali con partners diversi.
Sintomi
I sintomi sono caratterizzati da un forte prurito.
Sfregare e grattarsi le zone colpite dai parassiti può inoltre provocare delle lesioni alla pelle.
I parassiti sono visibili ad occhio nudo anche se sono molto piccoli e si possono osservare anche le loro uova, di colore bianco, aderenti (quasi incollate) alla base dei peli.
Si può notare la loro presenza anche per la comparsa di piccole macchie di colore rosso scuro nelle mutande.
Prevenzione
La trasmissione avviene facilmente attraverso il contatto diretto da pelle a pelle.
Evitare il contatto con i parassiti è la miglior forma di prevenzione.
Un’accurata osservazione dei peli pubici permette un’individuazione precoce e quindi il contenimento dell’infezione.
Cura
Lavarsi la zona del pube spesso e con un normale sapone intimo non comporta nessun vantaggio dal punto di vista terapeutico, perché la cura consiste in preparati specifici (polveri o shampoo che si comprano in farmacia senza ricetta) da applicare direttamente sul corpo per un numero limitato di volte.
Lavare la biancheria, le lenzuola, gli abiti a più di 60 gradi è un modo per ridurre la quantità di questi parassiti, ma il calore e i disinfettanti non sono sufficienti ad eliminarli completamente.
Può passare diverso tempo prima che ci si accorga di averle, e così si ignora di trasmetterle ad altri.
Sifilide
Si trasmette di persona in persona direttamente attraverso le ferite e le ulcere che si formano nelle zone genitali, anali e sulla bocca a seguito di contatto sessuale.
Dopo l’AIDS, la sifilide, è la malattia sessualmente trasmissibile con il più alto tasso di mortalità, inoltre il rischio di trasmissione del virus HIV è da 2 a 5 volte più elevato quando è presente anche una infezione da sifilide.
La malattia si sviluppa in diversi stadi, ciascuno caratterizzato da sintomi e decorso diverso.
La malattia può facilmente essere trasmessa fin dal primo stadio.
Sintomi
Tra l’infezione e la comparsa dei primi sintomi possono passare da 10 a 90 giorni (mediamente venti giorni) ed in questo periodo, se sei infetto, non puoi basarti su ciò che vedi per capire se hai la sifilide.
La malattia prevede tre fasi:
- Sifilide primaria
Questo stadio è caratterizzato dalla comparsa di una singola ferita, o da più pustole.
Normalmente la ferita è consistente, tonda, piccola, non provoca dolore e compare nel punto in cui avviene l’infezione batterica.
Questa ferita dura 3-6 settimane e guarisce da sola. Se la malattia non è trattata in questa fase, evolve verso uno stadio secondario. - Sifilide secondaria
Inizia quando si manifesta la comparsa di una eruzione cutanea in più punti, senza prurito.
Questa eruzione può comparire durante la fase di scomparsa della ferita, o anche dopo settimane.
L’eruzione è solitamente rossastra o marrone scura, con macchie sia sui palmi delle mani e dei piedi o in altre parti del corpo.
A volte le macchie sono diverse e ricordano eruzioni tipiche di altre malattie.
Anche senza alcun trattamento, l’eruzione sparisce da sola.
Tra i sintomi tipici di questo stadio possono esserci anche febbre, linfonodi ingrossati, mal di gola, perdita di capelli a chiazze, mal di testa, perdita di peso, dolori muscolari, stanchezza. - Sifilide avanzata (stato latente e terziaria)
Alla scomparsa dei sintomi del secondo stadio, la malattia è ancora presente anche se non mostra più i sintomi evidenti. In questa fase, possono iniziare i danni agli organi interni, al cervello, ai nervi, agli occhi, al cuore e ai vasi sanguigni, al fegato, alle ossa e alle giunture.
I danni interni possono manifestarsi anche anni dopo la comparsa dei primi sintomi.
A questo punto la sifilide entra nel terzo stadio, anche se danni neurologici possono manifestarsi già dal secondo stadio (sifilide neurale).
In questa fase l’individuo perde la capacità di controllare i movimenti muscolari, può avere delle paralisi, confusione mentale, cecità graduale e sviluppo di demenza.
Il danno può essere tanto serio da portare alla morte.
Sifilide congenita
A seconda dello stato d’infezione della madre, la malattia può essere trasmessa al feto causando morte in utero (40 per cento dei casi) o la nascita di un bimbo già infetto, con sifilide congenita (70 per cento dei casi).
Se la madre ha avuto la malattia nei quattro anni precedenti la gravidanza, il rischio di trasmissione al feto è molto elevato.
I sintomi possono anche essere assenti al momento della nascita e comparire successivamente, causando anche serie complicazioni allo sviluppo del bambino.
I bambini con Sifilide congenita possono soffrire di cecità, altri gravi danni degli organi e morte.
Prevenzione
Una buona misura di prevenzione è l’uso di preservativi di lattice.
Tuttavia, le ferite e le ulcere della pelle possono trasmettere l’infezione anche durante il sesso orale o qualunque altro contatto con le zone infette.
E’ quindi necessario fare attenzione a qualunque sintomo visibile.
La scomparsa dei sintomi non è però indice dell’assenza di malattia.
Cura
La sifilide si cura oggi con ottimi risultati anche se può risultare fatale se non viene identificata e curata per tempo.
La precocità della diagnosi condiziona quindi il pieno successo del trattamento.
La sifilide può essere individuata con un apposito esame del sangue (“Wasserman”).
La cura è a base di antibiotici (penicillina).
La preparazione, il dosaggio e i tempi di assunzione dei farmaci dipendono dallo stadio della malattia e dalle sue manifestazioni.
La malattia può essere contratta e trasmessa più di una volta.
Oltre al trattamento antibiotico, la persona infetta deve astenersi da qualunque attività sessuale con nuovi partners fino alla completa guarigione delle ferite.
Inoltre, è necessario effettuare test diagnostici e trattamento anche sui partner sessuali della persona affetta dalla malattia.
E’ importante dopo la terapia sottoporsi ad un accurato controllo per assicurasi che l’infezione sia guarita.
Tubercolosi
La tubercolosi è una malattia contagiosa che si trasmette per via aerea mediante un batterio, il Mycobacterium tuberculosis.
Il contagio può avvenire per trasmissione da un individuo malato, tramite saliva, starnuto o colpo di tosse.
Per trasmettere l’infezione bastano pochissimi bacilli anche se non necessariamente tutte le persone contagiate dai batteri della Tb si ammalano subito.
Il sistema immunitario, infatti, può far fronte all’infezione e il batterio può rimanere quiescente per anni, pronto a sviluppare la malattia al primo abbassamento delle difese.
Si calcola che solo il 10-15% delle persone infettate dal batterio sviluppa la malattia nel corso della sua vita.
Un individuo malato, però, se non è sottoposto a cure adeguate può infettare, nell’arco di un anno, una media di 10-15 persone.
Sintomi e test per la Tb
I sintomi della Tb sono tosse, perdita di peso, dolore toracico, febbre e sudorazioni.
Nel tempo, la tosse può essere accompagnata da presenza di sangue nell’ espettorato.
Il test più diffuso per evidenziare la presenza di tubercolosi è quello di Mantoux, che si esegue inoculando nella cute del braccio una sostanza, la tubercolina.
Una risposta positiva comporta la necessità di eseguire una radiografia toracica per verificare la presenza della malattia a livello polmonare.
La diagnosi precoce per la presenza di Mycobacterium è però quella effettuata a livello microscopico sull’espettorato della persona, come previsto dalla strategia Dots (vedi cura) indicata dalle linee guida internazionali pubblicate nel 1995.
Cura
La strategia Dots (directly observed therapy) prevede anche che il paziente venga seguito costantemente da un operatore, nel corso dei 6-8 mesi previsti dalla terapia, con un’osservazione costante della regolarità di assunzione dei farmaci, degli effetti e dell’efficacia degli stessi e dell’andamento della malattia.
Il trattamento farmacologico, (così com’è indicato dai Cdc americani), si basa sull’uso di antibiotici, in particolare di isoniazide, rifampicina, etambutolo (o streptomicina) e pirazinamide, per due mesi.
Nei successivi 4-6 mesi, la terapia prosegue con due farmaci in associazione, ad esempio di isoniazide e etambutolo.
Nel caso di farmacoresistenza, in particolare segnalata contro rifampicina e isoniazide, è necessario utilizzare per un periodo molto più lungo farmaci di cosiddetta seconda linea, che possono essere molto più costosi.
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