VENERDì 28 MAGGIO 2021, DALLE ORE 18:00

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Appuntamento con una nuova “Storia da Asporto”, il format online nato in seno al progetto “L’Amore è Amore”.

Questa volta avremo il piacere di dialogare con VERA GHENO, sociolinguista, autrice e conduttrice radiofonica, molto attiva e presente nel dibattito pubblico sul linguaggio e il sessismo. Torna anche ELISA LONGO, poetessa e autrice, che è già stata nostra ospite.

Le parole, oltre che corrette, possono essere ‘giuste’? La lingua riflette le differenze di genere o le crea? Il linguaggio può influenzare il mondo e il modo in cui lo conosciamo? Perché molti termini suscitano grandi resistenze? Perché per molti e molte è facile dire ‘maestra’, ma non ‘ingegnera’? Quali sono le questioni linguistiche e sociali che orientano la scelta delle parole che usiamo?

Si parla spesso di sessismo linguistico, di nomi professionali femminili tra chi è li pretende e chi li osteggia. Il linguaggio di genere e l’attenzione all’inclusività, passando tra chiocciole, asterischi, trattini o schwa sono al centro del dibattito pubblico. Parleremo di tutto questo tentando di dare chiarimenti sulle questioni, spesso mal poste e mal risolte, che riguardano la lingua e l’uso che ne facciamo.

Vi aspettiamo!

 

VERA GHENO, sociolinguista specializzata in comunicazione digitale, autrice, traduttrice italiana, conduttrice di #linguacce su Radio1 Rai. Insegna all’Università di Firenze, dove tiene da molti anni il Laboratorio di italiano scritto per Scienze Umanistiche per la Comunicazione, e in corsi e master di diversi atenei italiani.

Ha collaborato con l’Accademia della Crusca per vent’anni. È autrice di libri come “Social-linguistica. Italiano e italiani dei social network” (2017), “Potere alle parole” (2019), “Femminili singolari, il femminismo è nelle parole” (2019), “Prima l’italiano” (2019), “Parole contro la paura” (2020);

 

 

 

ELISA LONGO, poetessa e autrice di libri e raccolte di poesie, tra cui “Buttate la poesia tra le gambe di una donna che passeggia”, “Come se qualcuno vi vedesse nudi” e l’ultimo “Ho sbagliato tutto perché lo vedevo coi miei occhi”.